Per una volta a
digitare Celentano su Google il primo risultato riguarda Rosalinda e non il suo
papà Adriano.
La figlia più piccola del sempre “molleggiato” all’Ansa rilascia
delle dichiarazioni, che somigliano a uno sfogo. <<Incapace, attualmente,
di amare ho deciso di lasciare libera sentimentalmente la signora Simona
Borioni, augurandole tutto il bene del mondo>>. Suona male la parola “signora”,
quasi un voler dare del lei alla persona con cui bene o male è stata insieme
per 4 anni. Il valzer degli adii è
sempre un ballo difficilissimo da eseguire, è uno slalom fra i passi falsi, fra
quelle parole che restano nella memoria come fossero incise nella pietra. Se poi
si finisce negli ingranaggi di internet si rimane stritolati. Il web non è gentile. E irriverente,
spesso. Talvolta è feroce. Soprattutto permette il libero giudizio e la battuta
libera a ogni latitudine. Del resto, si è prestato il fianco. Un commento quasi
univoco riguarda il “Chi ti credi di essere, Rosalinda?”. E per una che forse
parla troppo, c’è l’altra che tace. Simona, scrive su Facebook << voglio
dare un senso…>> preferisce non rilasciare dichiarazioni, raggiunta al
telefono, trattiene a stento le lacrime. Dice che quando è investita dalla
gioia e dalla felicità lei lo grida al mondo, quando viene travolta dalla
tristezza non si confida nemmeno con le persone più care. Rosalinda, intanto si
sofferma persino sui dettagli; << Ora però ho proprio fatto le valigie e
sono tornata a Milano, e devo pensare a rimettere in ordine i pezzi della mia
vita, anche se mi sento ancora coinvolta. Ho deciso di dire pubblicamente che
ta noi è finita soprattutto per lasciare libera Simona da me. Mi assumo la
colpa di quanto successo, anche se
quando un rapporto finisce la colpa non è mai di una persona sola, poi non è un problema di “colpe”. Ognuna ha
fatto il possibile, però ormai ho capito che voglio e devo uscire dalla sua
vita, devo lasciarla libera di rifarsi una vita, se vorrà e con chi
vorrà>>. <<A mio padre>>, dice Rosalinda, <<ho detto le
cose come stanno, e lui è stato molto comprensivo; ha tirato un sospiro e mi ha
detto: “Mi dispiace, fate le cose per bene, mi raccomando”>>. Nelle ultime
righe del primo romanzo di Marguerite Yourcenar si legge: <<Non avendo
saputo vivere secondo la morale comune, cerco, di essere in accordo con la mia;
e al momento in cui si respingono tutti i principi, che conviene munirsi di
scrupoli. Avevo assunto nei tuoi riguardi impegni imprudenti che la vita
avrebbe disdetto; ti chiedo scusa, il più umilmente possibile, non tanto di
lasciarti, quanto di essere rimasto così a lungo>>. Talvolta bisognerebbe
leggere un po’ di più per scrivere un po’ di meno.
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