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giovedì 20 novembre 2014

CELENTANO E BORIONI: E PIU DI UNA PAROLA DIRSI ADDIO



Per una volta a digitare Celentano su Google il primo risultato riguarda Rosalinda e non il suo papà Adriano.
La figlia più piccola del sempre “molleggiato” all’Ansa rilascia delle dichiarazioni, che somigliano a uno sfogo. <<Incapace, attualmente, di amare ho deciso di lasciare libera sentimentalmente la signora Simona Borioni, augurandole tutto il bene del mondo>>. Suona male la parola “signora”, quasi un voler dare del lei alla persona con cui bene o male è stata insieme per  4 anni. Il valzer degli adii è sempre un ballo difficilissimo da eseguire, è uno slalom fra i passi falsi, fra quelle parole che restano nella memoria come fossero incise nella pietra. Se poi si finisce negli ingranaggi di internet  si rimane stritolati. Il web non è gentile. E irriverente, spesso. Talvolta è feroce. Soprattutto permette il libero giudizio e la battuta libera a ogni latitudine. Del resto, si è prestato il fianco. Un commento quasi univoco riguarda il “Chi ti credi di essere, Rosalinda?”. E per una che forse parla troppo, c’è l’altra che tace. Simona, scrive su Facebook << voglio dare un senso…>> preferisce non rilasciare dichiarazioni, raggiunta al telefono, trattiene a stento le lacrime. Dice che quando è investita dalla gioia e dalla felicità lei lo grida al mondo, quando viene travolta dalla tristezza non si confida nemmeno con le persone più care. Rosalinda, intanto si sofferma persino sui dettagli; << Ora però ho proprio fatto le valigie e sono tornata a Milano, e devo pensare a rimettere in ordine i pezzi della mia vita, anche se mi sento ancora coinvolta. Ho deciso di dire pubblicamente che ta noi è finita soprattutto per lasciare libera Simona da me. Mi assumo la colpa di quanto  successo, anche se quando un rapporto finisce la colpa non è mai di una persona sola,  poi non è un problema di “colpe”. Ognuna ha fatto il possibile, però ormai ho capito che voglio e devo uscire dalla sua vita, devo lasciarla libera di rifarsi una vita, se vorrà e con chi vorrà>>. <<A mio padre>>, dice Rosalinda, <<ho detto le cose come stanno, e lui è stato molto comprensivo; ha tirato un sospiro e mi ha detto: “Mi dispiace, fate le cose per bene, mi raccomando”>>. Nelle ultime righe del primo romanzo di Marguerite Yourcenar si legge: <<Non avendo saputo vivere secondo la morale comune, cerco, di essere in accordo con la mia; e al momento in cui si respingono tutti i principi, che conviene munirsi di scrupoli. Avevo assunto nei tuoi riguardi impegni imprudenti che la vita avrebbe disdetto; ti chiedo scusa, il più umilmente possibile, non tanto di lasciarti, quanto di essere rimasto così a lungo>>. Talvolta bisognerebbe leggere un po’ di più per scrivere un po’ di meno.  


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