Mentre cammino verso la redazione del
settimanale <<Chi>> e sto per entrare nell’ufficio del direttore
Alfonso Signorini, la domanda che mi gira in testa è: <<Ma perché una persona che ha passato
buona parte della sua vita a mettere a nudo le esistenze degli altri
pubblicando foto <<Paparazzate>> e soffiate dagli informatori, a un
certo punto decide di mettere a nudo la propria, di esistenza, con un libro
biografico?>>. Cominciamo questa chiacchierata proprio da qui. Alfonso Signorini
è dietro la sua scrivania e alle sue spalle c’è un grande ritratto della sua
passione senza fine, la cantante lirica Maria Callas.
Perché
proprio un’autobiografia, Signorini?
<<In effetti questo è un tipo di libro che di solito
si fa in una fase della vita più da “crepuscolo
degli dei”, di bilancio finale, insomma. Farlo adesso per me ha senso perché penso
richieda una certa dose di coraggio o almeno di spregiudicatezza. Poi, certo,
hanno contribuito anche un egocentrismo di fondo che è un tratto del mio
carattere. E, non ultimo, il fatto che sono convinto che la mia storia possa
insegnare a chi la leggerà che nella vita non esistono difficoltà
insormontabili. E questo è un messaggio molto positivo>>.
Nel
libro emerge subito che due figure centrali per tutta la sua vita sono state
quelle dei suoi genitori
<<Si, avendo vissuto un’infanzia
molto protetta, in un certo senso asociale, tutto il mio mondo erano loro e la
mia cameretta. Poi c’è stata una fase in cui li ho messi in discussione perché sentivo
di dover seguire la mia strada, e questo li ha fatti soffrire. Alla fine, però,
quando era rimasto poco tempo, per fortuna ho recuperato il rapporto con
entrambi>>
Un’
infanzia, la sua, da bambino diverso dagli altri, poco integrato. Nel libro
racconta che a scuola era bravo, ma si rifiutava di dare suggerimenti ai suo
compagni durante i compiti in classe.
<<Si, andare bene a scuola
grazie al mio amore era lo studio era la mia unica forma di rivalsa nei
confronti degli altri ragazzi che non mi “Filavano”>>.
Nonostante
ciò, nelle sue pagine ritorna spesso un
sentimento di nostalgia verso il passato.
Per me il passato è importantissimo, perché
è un rifugio e ha tanto da insegnare: non si può essre moderni senza amare il
passato.
Prima
di dedicarsi al giornalismo ha insegnato. Potrebbe un giorno di ritornare a
farlo?
E’ una cosa a cui penso, anche perché
tendo a considerare ogni punto d’arrivo in realtà una nuova partenza. Non mi
piace stare troppo fermo a fare la stessa cosa>>.
Nella
sua carriera è passato anche dalla tv, ma che tipo di telespettatore è?
Non guardo molta televisione, perché quella
che si vede oggi genera in me troppa ansia. Io sono per una tv più leggera e di
evasione>>.
In
tanti anni ha pubblicato una grande quantità di scoop. Qual è quello che in
futuro vorrebbe vedere in edicola?
Gli scoop veri superano la fantasia. Chi
avrebbe mai pensato di poter fare una copertina con la coppia formata dal
portiere della Nazionale Gigi Buffon e della telegiornalista Ilaria D’Amico?>>.
Le
è mai successo di rinunciare a uno scoop per motivi etici o di amicizia?
Si: per esempio in occasione dei 50
anni di matrimonio di Federico Fellini e Giulietta Masina. Lui era molto malato
e casa loro era assediata dai paparazzi. Io pur avendo un invito dalla signora
Masina, che conoscevo bene, ho rinunciato a raccontare quel momento perché mi
sarebbe sembrata un’intrusione inumana.
Dove
si vede tra qualche anno?
Quello che ho imparato fin qui è che
per raggiungere il successo, e di conseguenza anche la tranquillità economica,
non ci si deve pensare troppo. Di conseguenza non ho programmi precisi, né so dove
sarò o che cosa farò tra qualche anno. Quello che mi auguro è di continuare a essere
curioso e ottimista come sono stato in questi miei primi 50 anni.
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