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martedì 18 novembre 2014

IN DIRETTA DALLO SPAZIO: IL GIORNO DELLA COMETA

La navicella Rosetta e la sonda Philae stanno viaggiando nello spazio, romanticamente «allacciate», da dieci anni. Ma il 12 novembre si dovranno separare. Philae avrà il compito di sbarcare, per la prima volta, su una cometa: la 67P/Churyumov-Gerasimenko, dal nome degli scienziati russi che la avvistarono, nel 1969. Guarda caso lo stesso anno in cui l’uomo posò il suo piede sulla luna. I due eventi, secondo gli esperti, hanno una portata analoga nella storia delle missioni aerospaziali. Per ritrovare qualcosa di simile bisognerà attendere altri dieci anni, quando ci sarà il primo sbarco su un asteroide. Con una diretta di quattro ore condotta dal giornalista scientifico Luigi Bignami e intitolata «Il giorno della cometa», Rai Scuola racconterà l’arrivo di Philae sulla 67P. Staccatasi dalla navicella, del peso di 3.000 chili, con una superficie di 64 metri quadrati di pannelli solari, la sonda (che pesa quasi 100 chili) atterrerà sul nucleo della cometa. Iniziando poi a raccogliere preziosi dati di ogni tipo e a inviare immagini al centro di controllo dell’Agenzia spaziale europea a Darmstadt, in Germania. Tra l’invio di una foto e il momento in cui sarà visibile sulla terra, sarà passata circa mezz’ora. Durante lo speciale di Rai Scuola andrà in onda anche un reportage sulle comete nella letteratura e nell’arte, fra storia e mito e si farà il punto sul futuro dell’esplorazione spaziale. Sorrisi ha chiesto un commento e un ricordo all’uomo che il 20 luglio 1969 raccontò per la Rai l’evento che più ricorda «Il giorno della cometa».


Intervista
Domanda. Tito Stagno, lei che urlò «Ha toccato! Ha toccato il suolo lunare!», stavolta non ci sarà. Le spiace?
Risposta. «Mi hanno invitato, ma ho qualche problema di salute. E poi in fondo non sono un esperto, ma un raccontatore. Al massimo potrei parlare di umani...».
Domanda. È giusto paragonare i due eventi?
Risposta. «Direi di sì, anche se l’Apollo 11 si muoveva spinto dal razzo Saturno V, con 3.000 tonnellate di carburante. Una bomba viaggiante. Qui non c’è nessuno a bordo ed è tutto telecomandato.
Lo sgancio del Lem con gli astronauti durò 12 minuti; stavolta invece ci vorrà qualche ora».
Domanda. Quei 12 minuti di telecronaca hanno cambiato anche la sua storia...
Risposta. «È vero. E per il panico ho perso in un quarto d’ora qualche anno di vita: feci tutto al buio, seguendo in cuffia fumosi acronimi e numeri che arrivavano dalla Nasa. Dovevo raccontare ciò che non vedevo, quindi usavo parole evocative».
Domanda. Ci fu anche la famosa polemica con il collega Ruggero Orlando sui tempi dell’annuncio dell’allunaggio...
Risposta. «Ma avevo ragione io: anticipai solo di qualche secondo, quando toccarono le gambe elastiche che indicano il dislivello del suolo, il potenziale pericolo. Orlando era uno straordinario commentatore, ma in momenti così si vede il telecronista. E fare il telecronista è un’altra cosa».
Domanda. Lei voleva la luna e alla fine l’ha trovata sulla terra.
Risposta. «Ho avuto una popolarità incredibile. Ancora oggi, con in testa un decimo dei capelli di allora e gli occhiali da sole, in strada mi riconoscono spesso. Ma quei pochi soldi che sono riuscito a risparmiare non vengono certo dal mio misero stipendio Rai. Se vivo in una casa di proprietà lo devo alle consulenze fatte dopo. Come docente per manager sulle tecniche per affrontare il video».
Domanda. Un’ultima curiosità linguistica: se per la terra si dice atterrare e per la luna
allunare, per una cometa lei si concederebbe un «accometare»?
Risposta. «Ma per carità... A me non è mai piaciuto manco allunaggio, si figuri. Mi ricorda i sindacati, che si sono inventati parole terrificanti come “occasionare”. Ecco, “accometare” è uguale a “occasionare”».

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