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lunedì 24 novembre 2014

Uccelli di rovo ad Arezzo


Padre Mario, 56 anni, carmelitano
scalzo dai modi bruschi
ma leali, ha una barba bianca
tagliata quasi ruvidamente, e occhi
fermi che hanno una strana dolcezza
e una inusuale durezza insieme, quando
devono parlare a qualcuno dietro il
baluardo della veste. Però, ora che ha
confessato dal pulpito di amare una
donna e di lasciare tutto, perché non si
può fare finta di niente, perché quando
ti capita quella cosa è un rapimento,
è una rivoluzione dell’anima, è questo
subbuglio che ci lascia nudi di fronte
agli altri. Ora anche lui ha scommesso
sulla vita come fanno gli innamorati.
Ha deciso di dirlo a messa, dopo aver
convocato i suoi fedeli, gli scout, i volontari
della parrocchia, le vecchine
che si confessavano tutti i giorni. Ha
parlato come uno di loro, senza la voce
che tremava, ma con una strana emozione,
non provando fatica, non sentendo
nulla, non vedendo nulla: «Io
cercherò lavoro. Se voi potete darmi
una mano ve ne sarò grato. Parto da
zero, ho bisogno di aiuto».
Tra i suoi fedeli c’è gente che lo conosce
da 27 anni, da quando era arrivato
ad Arezzo dalla Sardegna. Ora
dentro al convento ci sono tre frati,
padre Massimiliano, padre Francesco
e padre Roberto, più un altro giovane
appena arrivato, forse proprio per sostituirlo.
Il rapporto migliore, più profondo,
padre Mario Marchinu ce l’aveva
con Francesco, che è il più anziano:
«È il mio grande amico», ha detto lui
chiacchierando con i suoi fedeli, «e
lui la sapeva da sempre questa storia».
Che non è cominciata da molto. 
L’ha confessato al vescovo, Riccardo Fontana,
quando è andato a dirgli che
rinunciava ai voti. «Non nascondo
che nella mia vita c’è una donna», ha
ripetuto guardandolo dritto negli occhi.
«Ma non da molto», ha aggiunto.
Per questo non aveva informato prima
i suoi superiori, perché non ce n’è stato
il tempo, e poi quando aveva deciso di
farlo aveva già fatto la sua scelta «irrevocabile
», come ha tenuto a precisare
con fermezza al suo vescovo.

È STATO VISTO ASSIEME
A UNA BIONDA

È una donna straniera, confessa a
mezza bocca qualcuno dei suoi fedeli.
«Ma dicono così perché l’unica donna
con cui era stato visto insieme in
questi ultimi tempi era una bionda che
era con lui mentre erano in bicicletta,
forse per fare la spesa», ci confessa
una signora di chiesa, che guai a dire
come si chiama. La chiameremo Gianna.
«Beh, di quella bionda lo sanno
tutti», confessa un tipo con la barba di
qualche giorno al Bar Scartoni, viale
Mecenate, vicino al convento.
Il fatto è che anche Gianna crede che
sia una straniera la donna del cuore
di frate Mario: «Dev’essere una molto
povera, una rumena probabilmente,
che lui avrebbe conosciuto mentre era
in miseria e in disperazione, e che ha
aiutato per carità cristiana. Solo che
forse proprio così è nato l’amore». Però,
continuerebbero a vivere in zona
Santa Maria, il quartiere della parrocchia
dove celebrava da 27 anni, una
prima periferia alla fine della città,
ma residenziale, molto ben abitata da
imprenditori, avvocati e liberi professionisti.
Quando ha avvisato i suoi
parrocchiani ha detto: «Rimarrò ad
Arezzo, perché la donna che amo è di
Arezzo». È per questo che all'inizio,
molti avevano pensato a una vedova di
qualche anno più giovane di lui, che
era stata vista in preghiera parecchie
volte durante le messe di padre Mario.
Comunque sia, il frate carmelitano non
ha voluto dire niente del suo amore,
quasi a nessuno (solo padre Francesco,
il suo amico e confessore anziano, sa
tutto). L’altra settimana aveva mandato
una mail a tutti, convocandoli in chiesa
per «le importanti dichiarazioni che
devo farvi». Si erano presentate poco
più di 30 persone. «Per favore non interrompetemi,
perché è una situazione
molto difficile e ho bisogno di parlare
fino in fondo». Poi ha cominciato a dire
che si era innamorato di una donna e
che «per coerenza» (un concetto che
ha ripetuto tante volte anche al vescovo)
avrebbe rinunciato ai voti. È stato
uno choc. «Ma perché la maggior parte
non sapeva niente», ammette Gianna.

«SE AVRETE BISOGNO
DI ME, IO CI SARÒ»
 È sempre stato disponibile con i parrocchiani
e lo è anche adesso, mentre
dice loro che in fondo niente cambia.
«Il mio telefono rimane lo stesso e io
risponderò sempre se mi chiamerete.
Per qualsiasi cosa abbiate bisogno io
ci sarò». In effetti, è andato via dal
convento, è andato a vivere nascosto
con la sua donna, ma ha continuato
a sentire i suoi fedeli. Molti lo hanno
chiamato e lui ha sempre risposto.
«Qualcuno lo ha invitato a cena, e lui
ci è andato e ha parlato di tutto». Ma
non di lei. Anche se l’amore sembra
averlo davvero raddolcito, come ci racconta
una parrocchiana, B. S.: «Lui
ha un carattere molto duro, se ci parli
e non è d’accordo con te, tronca lì, si
alza e se ne va. È un uomo coraggioso,
lo è sempre stato, e anche quello che
ha fatto adesso è un gesto di coraggio,
perché non ha voluto fare niente di nascosto
come fanno tanti. Però immagino
che crisi interiore abbia affrontato.
Perché non era un religioso tanto conciliante.
Anzi, il contrario. Era molto
severo con i divorziati, e pure con gli
infedeli. Aveva posizioni molto rigide.
Ha rifiutato di accettare un padrino
testimone di battesimo, solo perché
era un separato. Era un vero sardo,
testa dura». 









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