Tutto cominciò nel 1974 in
un piccolo negozio sotto i
portici di un quartiere immerso
nel verde alle porte di
Milano, che si chiamava per
l’appunto Milano 2. Era una stanza
arredata come un salotto dove lavoravano
tre persone, una segretaria e
due signore che si improvvisavano
annunciatrici nel tempo libero e con
voce garbata introducevano i programmi.
Quali programmi? Quelli
del quartiere, ossia manifestazioni
sportive, culturali, artistiche. Per evitare
che si vedessero brutte antenne
sulle eleganti palazzine di Milano 2,
il quartiere era stato cablato. Le frequenze
televisive viaggiavano via cavo.
Cinque bande erano occupate dalla Rai e
dalle tv estere, la sesta da TeleMilano, con tre
ore di trasmissione al giorno (diventerà
TeleMilano 58 quando passerà via etere).
Una tv locale, anzi di quartiere, come tante
in quegli anni. Anche se poi i suoi destini
sono stati diversi: nel settembre del 1980,
diventerà Canale 5. Alla nascita, invece,
raduna poche persone, tecnici improvvisati,
giovani creativi, chiunque abbia voglia,
entusiasmo e idee. Dietro il progetto c’è
un imprenditore lomtbardo nel campo dell’edilizia, Silvio
Berlusconi, che ha deciso di buttarsi
in un altro campo e che in breve tempo
rivoluzionerà il sistema televisivo
italiano. È così entusiasta che mette
sotto contratto Mike Bongiorno,
il re del quiz e degli ascolti Rai, il
numero uno! Berlusconi lo nomina
consulente e direttore artistico
dei programmi di TeleMilano e lo
ingaggia anche come conduttore di
alcuni spettacoli (il primo fu il talk
show sportivo «Milan-Inter Club»).
Per averlo sborsa 600 milioni delle
vecchie lire, 20 volte lo stipendio che
Mike prendeva in Rai.
In quegli anni a TeleMilano 58 debuttano
tanti personaggi che sono diventati (e sono ancora)
i beniamini del pubblico televisivo.
Claudio Lippi conduce lo «Sprolippio»,
un programma dove intrattiene il pubblico
sui temi più svariati; una timida Barbara
d’Urso lo affianca in un altro programma in
stile agenzia matrimoniale
(«Un bel giorno ci incontrammo»);
Diego Abatantuono si esibisce in un primordiale
cabaret tv; Eleonora Brigliadori
si occupa di sport e tempo libero; un
giovanissimo Claudio Cecchetto inaugura
nello scantinato di un bar la trasmissione musicale
«Chewing Gum»; le gag dei Gatti
di Vicolo Miracoli caratterizzano
«Fritto Misto»; Sabina Ciuffini presenta
le nuove tendenze in fatto di
abiti e trucco dal salone di un coiffeur
della periferia milanese.
Perché intanto, già nel 1977, con un
traliccio piazzato sul tetto del grattacielo
Pirelli, davanti alla stazione
centrale di Milano, la diffusione di
quella piccola tv è ormai via etere.
Le frequenze sono la 38 e la 58 e si
diffondono su tutta la città e dintorni.
Da Milano al resto d’Italia non manca
molto. A TeleMilano 58 si registrano
15 cassette che vengono spedite
in 15 regioni italiane, con gli stessi
programmi da mandare in onda alla
stessa ora in altrettante tv locali.
Gli anni corrono, i programmi si
moltiplicano. All’estero si comprano
film, telefilm e soap. Finisce il
decennio e TeleMilano 58 si spoglia
del nome e si riveste dell’abito luccicante
di Canale 5. Nel logo restano
il numero 5 e il biscione simbolo
di Milano. Quello che ancor oggi
tutti conosciamo.
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